• About
  • On board
  • News
  • Contacts
  • Crowdfunding
calamita/à calamita/à

  • About
  • On board
  • News
  • Contacts
  • Crowdfunding
interviews
collateral archive
1504vajont_46_2082_08
1504vajont_46_2085_14
1504vajont_46_2086_06
1504vajont_46_2087_16
1504vajont_67_2091_04
1504vajont_67_2093_09
1504vajont_67_2094_02
1504vajont_67_2094_07
1504vajont_67_2095_09
1504vajont_67_2096_03
1504vajont_67_2096_04
1504vajont_67_2097_01
1504vajont_67_2099_09
1504vajont_67_2100_06
1504vajont_67_2101_10

Cyrille Weiner & Giaime Meloni
Banale e Brutale

30 September 2015 calamita Gallery

photos and text: Cyrille Weiner & Giame Meloni
graphic design: Jad Hussein

Banale e Brutale
A NEW GAZE THROUGH THE CONCRETE

Concrete marks a rough and regular presence on our daily landscapes. This material, armed with a soul of iron, built the modern living spaces and is often associated with stereotypical signs of force and brutality.

The Vajont was brutally scarred by the presence of concrete, alternating construction and destruction phases. The realization of the homonymous dam, over 60 years ago, resulted in an out of scale wall. This object has strongly influenced the recent history of the territory. The trace of this construction does not stop with its monumental presence in the valley’s landscape. According to a principle of causality, this absurd structure generated another phenomenon equal and opposite of destruction.

The night of October 9 in 1963 a part of the mountain, cause for concern from the outset for the safety of the dam, collapsed in the basin causing two powerful waves, destroying the villages of Longarone to Erto and Casso. The scars of this human disaster are still present in the territory. Reconstruction efforts encourage us to rethink a relationship with the concrete. This material projects the locals and visitors in the recent past of these places.

Concrete is present in our project as the paradigm of a special relationship with the territory of Vajont and its history: a Banale and Brutale link. The monotony of everyday and ordinary life in a small mountain village was troubled by the brutality of fierce presence. The characteristics of the concrete are the metaphor. Taking inspiration of factual evidence, during the stay there, the material acts as a filter to look and think about the disaster.

Through this approach we would see the concrete in another way, free from stereotypes of any material of construction, but as an element capable of harmonizing the violent and fragile traces.

foto e testo: Cyrille Weiner & Giame Meloni
graphic design: Jad Hussein

Banale e Brutale
IL CEMENTO COME NON L’AVETE MAI VISTO

Il cemento segna una presenza rude ed ordinaria sui nostri paesaggi quotidiani. Questo materiale, armato da un’anima di ferro, ha costruito gli spazi della vita moderna e li ha associati spesso a dei segni stereotipati di forza e di brutalità.

Il Vajont è stato segnato brutalmente dalla presenza del cemento, il quale ne ha segnato delle fasi di costruzione e di distruzione. La realizzazione della diga omonima, circa 60 anni fa, ha dato luogo ad un muro fuori scala. Questo oggetto ha impregnato fortemente la storia recente del territorio. La traccia di questa costruzione non si ferma alla sua presenza monumentale nel paesaggio della vallata. Secondo un principio di causa effetto, questa costruzione assurda ha generato un altro fenomeno uguale e contrario di distruzione.

La sera del 9 ottobre 1963 una parte della montagna, a causa di una preoccupazione per la sicurezza della diga, è caduta sul bacino d’acqua provocando due potenti onde che hanno distrutto i piccoli villaggi di Longarone, Erto e Casso. I segni di questa catastrofe, di natura umana, sono ancora presenti sul territorio.

Gli sforzi di ricostruzione ci invitano a ripensare una relazione con il cemento. Questo materiale proietta gli abitanti e i visitatori in un passato recente di questi luoghi.

Il cemento è presente in questo progetto come il paradigma di una relazione particolare con il territorio del Vajont e la sua storia: un legame Banale e Brutale. La monotonia di una vita quotidiana e ordinaria in un modesto villaggio di montagna è stata scossa dalla brutalità di una presenza feroce. Le caratteristiche del cemento ne sono la metafora. Prendendo ispirazione da questa prova, durante un soggiorno sui luoghi, la materia agisce come un filtro per guardare e riflettere sul disastro.

Attraverso questo approccio noi vorremmo vedere il cemento da un altro punto di vista, libera  dagli stereotipi: un semplice materiale da costruzione ma anche un elemento capace di armonizzare le tracce violente e fragili sul territorio.

 

Cyrille Weiner
French photographer Cyrille Weiner is interested in the unexpected uses and appropriation of places. His photography, installations and publishing projects propose a free interpretation of urban, geographic, and architectural issues through an artistic practice that calls into question the fictional and poetic power of the photographic document.
His works has been published in M Le Monde, T magazine, colors, foam, British Journal of Photography … And exhibited at the villa Noailles, the Museum of Contemporary art in Lyon and Les Rencontres d’Arles. He received the Lucien Hervé award in 2012. His latest photo book twice is published by 1980.
Cyrille Weiner è un fotografo francese che si interessa agli usi ed alle appropriazioni inaspettate dei luoghi. Le sue fotografie , le installazioni ed i progetti editoriali propongono un’interpretazione libera delle questioni urbane, geografiche ed architettoniche attraverso una pratica artistica che richiama delle questioni sul potere della finzione e della poesia nel documento fotografico. 
Il suo lavoro è stato pubblicato nel M Le Monde, T Magazine, Colors, Foam, British Journal of Photography…è stato inoltre esposto alla Villa Noailles, Museo di Arte Contemporanea di Lione ed a Les Rencontres d’Arles. Nel 2012 ha ricevuto il premio Lucien Hervé. Il suo ultimo libro Twice è stato pubblicato da 19/80 éditions.

 www.cyrilleweiner.com

Giaime Meloni
Giaime Meloni, photographer and architect – Phd in architecture (2014). His practical and theoretical researches exploring the relationship between the material and immaterial transformation of the territory and the photographic practice. It is so conceived a field of empiric experimentation on the design culture oriented to determine the potential use of photography as a contribution to the conception of space.
He has participated in some International Conference and publications.
 
Giaime Meloni, formato in architettura è attualmente fotografo e dottore di ricerca in architettura. Le sue ricerche pratiche e teoriche esplorano la relazione tra le trasformazioni materiali ed immateriali del territorio contemporaneo.  Il suo interesse tende a concepire un campo di sperimentazione empirica nella cultura del progetto architettonico ed urbano orientata a determinare il possibile utilizzo della fotografia come strumento capace di intervenire nella concezione dello spazio. Ha inoltre partecipato in alcune pubblicazioni e conferenze internazionali.

www.giaimemeloni.com

Extra
  • Links
  • Submissions
Info
  • Support us
  • Thanks
  • Copyright
Follow us
  • Facebook
  • Instagram
  • Twitter
Find
Type & Hit Enter To Search